Interviste: Carla Fadda

Pubblico oggi la prima intervista che ho ottenuto in seguito ad un mio messaggio sulla mailing list del Com.It.Es.IL
Iniziamo da Carla, arrivata in Israele negli anni ’80 per idealismo.
Se possibile, in futuro ci incontreremo ed approfondiremo ulteriori argomenti.
Buona lettura.


Ciao, innanzitutto presentiamoci: Come ti chiami e dove abitavi prima di fare l’aliyah?
Mi chiamo Carla Fadda e prima di fare l’aliyah abitavo a Barcellona.

A che età hai fatto l’aliyah ed in che anno l’hai fatta.

Sono arrivata in Israele nel 1984, come volontaria a Gan Shmuel. Sono diventata olah hadasha nel 1987.

Come è nata la decisione di fare l’aliyah?

Veramente sono venuta in Israele con il mio ex marito con l’idea di una vita diversa, poi mi sono convertita, e poi dopo tre anni sono diventata olah hadasha.

Il processo è partito dall’Italia o hai preferito fare tutto direttamente in Israele?

Nel mio caso, ho fatto tutto in Israele.

Com’e’ stato il tuo contatto con la burocrazia Isrealiana? Sono stati cortesi?
Il minimo contatto con il Misrad HaKlita è stato abbastanza breve, perchè molto prima ero già in regola con le Istituzioni.

In che città hai deciso di abitare all’inizio e perché proprio li?

Sono andata a Dimona (nel 1986) per idealismo, o sionismo se vogliamo, perchè era diverso dalle grandi metropoli e avevo le energie per dare qualcosa a una comunità che non era ancora sviluppata, nel senso occidentale.

Come te la sei cavata con la lingua? hai frequentato l’Ulpan? quanto a lungo e dove? Com’e’ stata la tua esperienza?

Ho fatto l’ulpan a Gan Shmuel per un anno, ed è stato molto utile.

Che tipo di aiuti hai ricevuto? Ti sono stati utili?

Abbiamo avuto un aiuto per comprare la macchina e gli elettrodomestici senza tasse.

Ti sei appoggiato/a ad altri italiani nei primi mesi o te la sei cavata da solo/a?

A dire il vero, a Dimona non c’erano italiani, e me la sono cavata da sola.

Che tipo di esperienza hai avuto nella ricerca del lavoro?

Ho iniziato a lavorare come insegnante nelle scuole di Dimona. Il mio ex marito doveva fare la specializzazione come psicologo, for free, e il deal era che io lavorassi per permettergli di studiare.

Per l’alloggio come te la sei cavata?

Dopo un anno in affitto privato abbiamo avuto la casa di Amidar.

In generale, gli israeliani, come si sono comportati con te? Hanno approfittato del tuo essere nuovo del posto per cercare di fregati o sono stati collaborativi e comprensivi?

Non mi hanno fatta sentire diversa, o straniera, anzi mi hanno dato consigli e aiutata. Va bene che avevo passato una vita da un paese all’altro per via del lavoro di mio padre, quindi ero allenata ad ambientarmi anyway.

Pensi che i nuovi olim avrebbero bisogno di qualcosa in particolare che tu non hai avuto?

Allora, gli olim hadashim hanno il problema che non sanno l’inglese, ne l’ebraico in molti casi. Non sanno dove andare, cosa fare per mettersi in regola con le istituzioni. Io mi sono dovuta arrangiare.

Quando hai capito di essere ormai diventato/a israeliana a tutti gli effetti?

Da subito perchè comunque mi sono sempre vergognata di essere italiana, con i governi e le cose che capitano in Italia, e poi avevo bisogno di appartenere a un paese dopo una vita a girare.

Hai qualcos’altro che vuoi raccontarci?

Trovo scandaloso che i ragazzi francesi e italiani vengano a fare il militare, prendano a fine servizio il maanak shihrur, e se ne tornino alla loro cushy life in Italia, mentre miei figli fanno il miluim, i ragazzi israeliani iniziano la vera vita a 23 o 24 anni, e finchè hanno un mestiere degno magari ne hanno anche 30. Credo che se uno viene, deve rimanere perchè gli ebrei devono vivere qui, nei paesi dove sono nati sono sempre degli stranieri.

I miei figli sono nati qui, e anche se hanno il passaporto italiano sono zabarim e nient’altro.