Pietro e Sar-EL

Ricevo e pubblico, volentieri, il racconto della recente esperienza di Pietro con Sar-EL.


Credete nella libertà? Io si e per questo, nelle infinite discussioni sul Medio Oriente cui ho assistito o partecipato, mi sono sempre trovato a sostenere Israele.
Consapevole che nessuno stato libero è uno stato perfetto (ne abbiamo un esempio in casa), è stata una grande sorpresa scoprire che è possibile fare qualcosa di concreto per Israele in quanto Stato.
Infatti un amico mi ha parlato di Sar-El, un organizzazione nata nell’82 per aiutare i contadini israeliani costretti ad andare al fronte. Oggi non si lavora più nei campi, ma con l’IDF. I volontari di Sar-El lavorano con altri civili israeliani nelle basi di Tzahal. Attenzione, i volontari possono essere di qualunque religione, o nessuna!

Se già invitare civili stranieri a vivere nelle basi militari per delle settimane (o più, se lo chiedete e se è possibile) è segno di una certa trasparenza. Tuttavia non dover essere ebreo per partecipare mi ha convinto una volta di più che Israele merita il mio sostegno.

Ora, io non sono particolarmente militarista. Sicuramente non sono ostile all’ambiente militare, ma non ho mai fatto parte di un esercito. E quindi l’idea di entrare “volontario” in una base militare, mi preoccupava un po’.
Tuttavia ho fatto le seguenti valutazioni:
– Le foto del sito mostrano un sacco di volontari anziani, e di ragazze. Dubito che li tratteranno come Palla di Lardo in Full Metal Jacket.
– Difficilmente un civile può essere utile in operazioni che non siano di routine, e quindi non pericolose.
– Anche a voler usare i volontari come scudi umani, se un civile dovesse avere problemi a causa di un attacco nemico l’IDF ci farebbe una figuraccia (mentre se un civile di qualche ONG avesse problemi a causa di un attacco IDF, sarebbe sempre colpa di IDF).
Queste valutazioni molto razionali mi tranquillizzavano, ma io sono un molle cittadino poco aduso alla disciplina militare, e di fragili emozioni… quando mi hanno accettato nel programma mi sono fatto delle domande…

E invece è stata un’esperienza bellissima!
Prima di tutto è vero che le ragazze c’erano, ma c’è da dire che gli adulti erano di più, e purtroppo noi europei eravamo pochi, si trattava in gran parte di americani e canadesi. L’età media del mio gruppo doveva essere sulla cinquantina.
Come in ogni gruppo di estranei, bisogna conoscersi… una volta rotto il ghiaccio è una bellissima sensazione di trovarsi in un gruppo dove l’obiettivo è comune, ma ogni persona (molti non sono ebrei) ha una storia ed una motivazione tutta sua! Alcune sono storie notevoli, altre ordinarie. C’è chi fa Sar-El ogni anno, chi lo fa mentre fa Aliyah e chi lo fa solo per turismo, e tutti sono contenti (però si lavora eh)!
Nelle basi non ci si sentiva mai abbandonati; la “Madricha”, la responsabile del gruppo, continuava a preoccuparsi che i volontari fossero a loro agio. E anche durante i sabati (che in qualche modo sono stati una sorpresa per un ateo come me) chi voleva veniva accompagnato in un ostello gratuito di Tel-Aviv.
La vita in caserma era tutto sommato comoda. Si trattava di controllare ed organizzare la logistica delle forniture mediche dell’esercito, che poi sono le stesse usate dalla protezione civile e che vengono inviate in tutto il mondo quando si offre aiuto a terremotati e così via.
Certo, tutto varia a seconda di dove si viene assegnati, ma io non posso lamentarmi. Il cibo era ottimo e anche se i dormitori non erano un albergo, chi fa Sar-El non lo cerca (o non dovrebbe); almeno fino al week-end, dove alcuni lasciano il gruppo per girare o per rilassarsi in altre località.

Per concludere, sono partito solo per regalare tre settimane del mio tempo a chi oggi si batte per la libertà e volevo manifestare solidarietà ai ragazzi che si fanno due o tre anni di militare e ad una nazione che si trova spesso tutti contro, a cominciare dall’informazione. Ho raggiunto il mio obiettivo, e sono tornato con una maggior consapevolezza di cosa è Israele, e di aver davvero fatto qualcosa per lui. Non posso dire di aver capito l’Ebraismo, l’Islam o la causa del conflitto. Ma ho visto e toccato con mano almeno una parte del tutto, e ciò è bene.
Sar-El è consigliatissimo!

Pietro