La mia aliyah

Ho deciso di fare l’aliyah circa un anno fa, subito dopo aver iniziato la lunga tesi sul sistema giuridico israeliano moderno comparato con il diritto religioso ebraico antico. In realta’ cullavo da tempo immemore il sogno di venire a vivere in Israele, ma era sempre un qualcosa di astratto, un’idea, un miraggio. Posso dire di aver visitato questo Paese da nord a sud nei miei precedenti viaggi, ho visto come funziona la vita nei kibbutzim, ho visto Eilat, ho visto il Mar Morto, Masada, la Galilea, le alture del Golan, Gerusalemme, e non ho potuto fare a meno di sentirmi veramente a casa, non ho potuto fare a meno di sentire che, in quanto ebrea, questo doveva essere il mio posto. La procedura e’ stata relativamente semplice: ho chiamato l’Agenzia Ebraica in Italia (che ha sede a Roma) e loro mi hanno spiegato quali documenti procurarmi. Una volta ottenute tutte le carte sono andata a portarle di persona all’Agenzia, che mi ha fissato la data del volo di sola andata (ovviamente Israele aveva autorizzato il mio ingresso nel Paese come olah khadasha) e cosi’ sono partita il 27 dicembre, 12 giorni dopo la mia laurea specialistica in giurisprudenza. In realta’ il mio arrivo non e’ stato dei migliori visto che la KLM mi ha perso tutti i bagagli…per fortuna sono stati ritrovati che vagavano ad Amsterdam dopo due giorni! Appena scesa dall’aereo ho ricevuto la mia teudat oleh e una somma di denaro pari circa a 300 euro. A Gerusalemme invece, insieme ad altri 140 olim venuti dalla Francia, ho aperto un conto in banca (fondamentale per ricevere l’aiuto economico da parte dello Stato), ho scelto la mia kupat holim (in sostanza l’assicurazione sanitaria), e infine ho ottenuto subito la mia teudat zeut (carta d’identita’) con una cerimonia ufficiale molto suggestiva alla fine della quale tutti noi abbiamo cantato insieme l’hatikva. Ed eccomi qua, cittadina israeliana.

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