Le prime difficoltà : La Famiglia

Oggi approfittando del compleanno della mia sorellina ho annunciato all’intera famiglia la mia futura partenza..
Si lo so, forse un po’ affrettata come decisione quella di dir tutto a tutti..
Come mi aspettavo alcuni esponenti della mia famiglia non appoggiano questa mia decisione..
prima di tutti mia madre.
C’è chi scommette che dopo 2 mesi sono di nuovo qui a Roma e chi invece sostiene che non mi farò mai più vedere..
io punto ad una via di mezzo..
La mia vita sarà in Israele e non tornerò indietro..
e non è necessariamente verò che sparirò e non mi farò più sentire!

Ho pianificato tutto, come al mio solito: A Settembre andrò immediatamente all’Agenzia Ebraica di Roma, lavorerò un pò quì in Italia per partire con qualcosa in mano, darò la maturità e poi andrò via!
Via da questa città che non è la mia..
Una volta in israele sarò orgogliosa di affrontare 2 anni che mi spettano di militare, e sarò felice di aiutare il mio paese.
Si lo so, non sarà una passeggiata, ma d’altronde “volere è potere” no?
Imparerò l’ebraico e dopo un anno di mechina avrò accesso alle università israeliane.. Facoltà: Medicina!
A parole sembra tutto così semplice, così lineare!.. è confortante!..
bisogna esser positivi nella vita, se si comincia a scovare ogni lato negativo delle proprie scelte si finisce per non intraprenderle più, per semplice paura!
Ho solo 18 anni, sono una bambina ancora… Devo crescere,lo so bene; ma perchè non farlo in Israele?
Perchè devo “servire” una nazione che non è la mia?
è un discorso forse, troppo idealista.. un po sognatore..
ma è così bello sognare!
Mi sarebbe piaciuto, e non poco, fare l’Alyiah con l’intera famiglia..
ma vuoi per il  lavoro, per la lingua, per la paura di abbandonare la solita routine, ciò non è possibile!
E Va beh.. dovrò imparare a cavarmela da sola prima o poi!

Sarà che oggi ho visto uno spiraglio di luce, qualcuno che sapesse e che mi informasse dove e a chi mi devo rivolgere per diventare un Olah Hadasha!
Sarà la voglia di tornare in Israele.. Di creare una famiglia lì..
Ma non ho resistito ad annunciare il tutto ai parenti.
C’è chi è orgoglioso della mia scelta, e questo mi rende fiera di me stessa..
e c’è chi invece aveva le lacrime agli occhi al sol pensiero di me lontana da Roma.
..<<hai vissuta una vita quì, e saresti pronta a lasciare tutto senza risentimento, senza pensare ai tuoi genitori, amici ecc?>>
Questa è la domanda che mio cugino mi ha posto ed è la domanda su cui + ho riflettuto..
Ovviamente incontrerò difficoltà, molte difficoltà!
Ai miei cari ci penso, e ci penso tanto, tuttavia penso anche al mio futuro, ai miei figli..
e credo fermamente che sia proprio questa l’età giusta!..
è molto piu semplice partire per una diciottenne che per una quarantenne con famiglia e lavoro!
Non sarà una passeggiata… senza mia sorella, mia mamma, mio papà!
solo al pensiero già sento la loro mancanza!..
ma io voglio pensare al mio futuro..
e voglio che il mio futuro non sia qui..
so bene quante notti passerò nel letto a piangere nel sentire che la cosa più importante della mia vita non è vicino a me..
so bene che a volte, nei momenti peggiori, la nostalgia di casa mi divorerà dentro..
ma so anche quanto sarà bello un domani guardare negli occhi mia figlia e sapere che è nata in una terra sicura, in una terra della quale può sentirsi pienamente cittadina, per la quale farebbe di tutto!
una terra minacciata, contestata.. ma che nonostante i vari attacchi, le varie minacce, è ancora li..

6 thoughts on “Le prime difficoltà : La Famiglia

  1. Cara Sharon
    ti capisco non è una decisione facile. Anche io sono partita un anno fa, ma avevo 28 anni ed ero incinta del quinto mese.. sicuramente a 18 anni è più facile, avrai anche più occasioni di conoscere persone e di imparare in fretta l’ebraico. La nostalgia la sentirai di sicuro, ci saranno alti e bassi.. ma se senti che questa è la scelta giusta fai bene a partire.
    Io, nonostante difficoltà, sono contenta: mia figlia è nata qui e crescerà in questo paese che è speciale e unico.
    Beazlachà!

  2. Simone says:

    E’ passato un po’ di tempo da quando è stato lasciato questo post coraggioso, spero che Sharon stia procedendo senza troppe difficoltà lungo il percorso di inserimento in Israele e che la crisi economica non l’abbia obbligata a trasferirsi altrove.
    Secondo me è un fatto importante che molti Ebrei italiani abbiano deciso di tornare in Israele, dico “tornare” perchè mi pare di capire che l’identità ebraica è di nuovo sentita fortemente dopo un lungo periodo di annacquamento, anche perchè temo che Israele , per la grande affluenza di cittadini dalla Russia e dagli USA che -anche giustamente, dato il loro numero, influenzano molto israele e chi vive lì,corra il rischio di tagliare i rapporti con l’Europa Occidentale. Purtroppo i legami fra Israele ed Italia si stanno allentando: poche sono le relazioni di affari e- fatto che un po’ rattrista- sono state soppressi i servizi di traghetti fra Haifa e Brindisi

    • edoardo says:

      Non sempre i desideri diventano realtà. Sharon ha poi deciso di continuare la sua vita a Roma dove frequenta l’ università.

  3. Sharon says:

    È un po’ che non capitavo in questo sito..
    Spiego come sono andate le cose.
    Probabilmente la mia decisione era dominata da tantissima passione ma purtroppo non avevo i mezzi ( soprattutto economici) per vivere e studiare..
    I miei genitori non potevano permettersi di pagare un mutuo qui in Italia e allo stesso tempo sostenere i costi di un eventuale college..
    E quindi il mio sogno si arresto ben presto.
    Ora frequento l’università, ho intenzione di laurearmi.
    Sono anche fidanzata con un ragazzo da 2 anni e nonostante sia pochino entrambe non abbiamo la benché minima intenzione di vivere qui in Italia..
    Il mio “sogno” è stato rimandato a quando avrò le possibilità di vivere e mantenermi da sola..senza pesare sul portafogli dei miei genitori.
    Avrei preferito studiare li, avrei preferito crescere in quella terra..
    Ma nn mi sono persa d’animo..
    Sono sempre della stessa idea e avere un compagno che appoggia il mio punto di vista è veramente stimolante..
    Spero che D. Mi abbia destinato questa strada..
    Amo pensare che gli ostacoli sono solo un ulteriore prova per testare la mia determinazione..
    Oltre all’università faccio qualche lavoretto e sto mettendomi da parte qualcosa per un eventuale specializzazione.. Anche se c e tempo!
    Spero di non doverla fare qui in Italia ma ora cerco di non farmi prendere troppo dall entusiasmo e restare con i piedi per terra..

  4. Simone says:

    Una cosa mi dispiacerebbe, che Sharon, una volta in Israele, odiasse l’Italia,perchè se è vero che Sharon è Ebrea ed andrà a vivere in Israele, la sua crescita come persona sarà comunque avvenuta in Italia, cosa che -molto probabilmente- la renderà ricercata dalle aziende israeliane

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